Una storia embriomitica (di Remo Rostagno)



Estratto del fascicolo EMBRIO Dossier 2005

Iniziamo facendo insieme un respiro, tu, la persona che leggerà la storia ed io, la persona che sta cercando di raccontarti una storia. Un respiro profondo insieme, sentendo ambedue come i fluidi all’interno del corpo si sono rilassati e come si è reso disponibile un nuovo, più profondo stato di  consapevolezza. Cominciamo la nostra storia da quello spazio di consapevolezza dell’ unità-fluido-corpo dove tutti i fluidi all’interno del corpo sono un’unità, comunicano l’uno con l’altro e si trasformano continuamente.

Ho già dichiarato che questa sarà la nostra storia, perciò ti invito a incarnarla come se fosse la tua, se vuoi, come lo sto facendo io scrivendola. Sento che il tempo tra il mio scrivere e il tuo leggere non esisterà se ambedue ci sintonizziamo sulla stessa “lunghezza d’onda”. Forse percepirai, leggendolo, il mio “passato” di quando l’ho scritto, così come io sto percependo adesso, scrivendolo, la tua “futura” lettura.

Per poterci meglio sintonizzare l’uno con l’altro ti invito a prendere un altro respiro profondo insieme a me. Stavolta sentiamo la fluidità nel nostro ambiente, lo spazio in cui noi come soma-corpo siamo continuamente immersi, riconosciamo e affidiamoci agli stessi schemi di forme fluide organizzate che sono all’interno del nostro corpo. Non è stupendo aprire i pori della membrana della nostra pelle al
“vasto campo percettivo” e

“percepire il Respiro Originario che si muove attraverso ogni cosa senza toccarla ma dandole vita e guarigione?” J.Jealous – Appunti

Come ti senti in questo momento? Posso dirti  come mi sento io adesso: è una sensazione di rallentamento, espansiva e spugnosa, come una spugna secca che sia stata immersa in un secchio pieno d’acqua; come se ogni cellula del mio corpo si stesse espandendo contemporaneamente e una rinnovata fluidità fosse disponibile all’interno e tra di esse. Proprio ora posso arrendermi meglio alla gravità, sento che il pavimento pelvico ha un contatto più ampio con la sedia sulla quale sto seduto. Qualcosa è cambiato nelle mie orecchie, la sensazione è simile a quella della pratica meditativa; io la chiamo “il suono del silenzio”. Immagino che non sia un vero suono, ma il sistema vestibolococleare nelle mie orecchie e gli organi propriocettivi nelle mie articolazioni mi stanno dicendo che c’è più spazio disponibile dentro e intorno a me, spazio libero e vuoto. Questa quiete dinamica che apre il mio soma-corpo a qualsiasi energia che vibra intorno a me e all’interno di me, mi parla allo stesso tempo del vuoto dentro ed intorno a me.
“La forma è il vuoto e il vuoto è la forma; come l’onda è acqua e l’acqua è onda. L’onda è piena d’acqua ma è vuota di un sé separato.” Thich Nhat Hanh – Appunti

Non c’è separazione tra una forma e l’altra, non c’è tempo o spazio nelle forme intermedie, ma soltanto un’unità di intenzione. Sei ancora lì? Lo spero.
“Siamo ancora immersi nel mondo e in noi stessi, siamo solo… contemporaneamente flusso e forma, concreti e immateriali, una pulsazione del qui e là, senza tempo e nel tempo.” S. Keleman – Myth and body
Suppongo che ora dovrò introdurre la nostra storia in un modo più concreto. Vi racconterò la storia di un’energia che sta crescendo, i suoi stadi preparatori per diventare matura ed organizzata attorno ad una linea mediana che le permette di vivere, di esprimersi e di morire in un modo sano, o per dirlo meglio, in un modo in cui il principio di salute all’interno di quell’energia  “non aumenta o diminuisce mai in maggiore o minore grado.” J.Jaelous – Appunti

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