Ritmi del meccanismo respiratorio primario

di Maderu Pincione

“In primo luogo sono fondamentali una profonda conoscenza e una chiara idea del meccanismo craniosacrale…  In secondo luogo è necessario unirsi all’eventuale movimento in questo meccanismo. Non si dovrebbe fare nessun esperimento per far accettare per forza il movimento al meccanismo”

H. I. Magoun

“L’uomo è un organismo spirituale, energetico e materiale, che agisce nelle leggi di validità generale dello spirito, del movimento e della materia”

V. M. Frymann

RITMO DEL MECCANISMO RESPIRATORIO PRIMARIO

Punto di partenza nella diagnosi e terapia nel craniosacrale è il ritmo del meccanismo respiratorio primario.

Questo ritmo indica un impulso motorio relativamente a sé stante, involontario, ritmico e automatico.

Secondo le ipotesi, questo ritmo a sé stante comincia all’incirca nel quinto mese di vita fetale, mentre prima di quest’epoca dipende dalla madre, e si ferma alla morte. Contrariamente al ritmo respiratorio e cardiaco, è ancora possibile percepire questo ritmo perfino minuti, fino a ore dopo la morte clinica.

In seguito verranno descritte le possibilità di trasmissione degli impulsi motori ritmici, dei risultati delle ricerche di misurazioni dei movimenti ritmici inerenti, ipotesi sull’origine di questo ritmo e spiegazioni dei movimenti delle strutture ossee nel ritmo del MRP.

L’importanza dell’”impulso ritmico cranico” (IRC per gli anglosassoni, cioè del Ritmo-Cranio-Sacrale, che chiameremo RCS. ) come unico ritmo inerente dev’essere però relativizzata.

Già Sutherland, nella ristretta cerchia dei suoi studenti, deve aver ricordato ritmi lenti e anche i risultati delle ricerche ottenuti finora non sono approdati ad alcuna frequenza uniforme dei movimenti ritmici di espansione e retrazione.

Secondo Becker e Jealous bisogna distinguere le seguenti ritmicità:

✔ il RCS, con una frequenza da 7 –14 cicli al minuto

✔ un ritmo con 2,5 cicli al minuto

✔ il “grande movimento di marea” o il “respiro della vita”,

con una frequenza da 1,5 cicli al minuto ( 90/100 sec.).

Secondo Jealous, entrambi i ritmi appena ricordati non sono influenzabili da altri influssi e hanno un’importanza molto maggiore, per l’intero organismo, dell’impulso ritmico cranico (vedi i “Principi”).

Poiché finora si è discusso quasi esclusivamente dei movimenti del RCS, e per evitare confusioni, si fa riferimento alle seguenti spiegazioni e ipotesi del RCS.

Il movimento craniosacrale involontario è presente negli uomini e nella maggior parte degli altri vertebrati.

Esso è un ritmo corporeo relativamente indipendente dal ritmo respiratorio e da quello cardiaco, con una frequenza da 7 a 14 cicli al minuto.

I bambini hanno una frequenza un po’ più alta degli adulti.

Questo ritmo si trasmette, sotto forma di delicati movimenti ritmici, alle ossa del cranio e a tutto il corpo.

Nonostante le più diverse indagini e i più svariati accenni di spiegazione, l’origine di questo ritmo non è ancora stata chiarita completamente, ma forse l’esistenza di questo ritmo è stata accertata da diversi studiosi indipendentemente l’uno dall’altro.

Spesso è stata messa in evidenza anche la fondamentale importanza di questo ritmo per la salute del corpo, ed è stata espressa l’opinione che questo ritmo sia in strettissima correlazione con la cosiddetta energia vitale.

Esso rappresenta un meccanismo di regolazione di tutto il corpo, che è partecipe della conservazione dell’omeostasi, della salute e dell’autoguarigione dell’organismo.

Per Viola Frymann, “ i movimenti articolari attivi e passivi sono soltanto l’unica ottava parte visibile dell’iceberg, mentre i movimenti inerenti nel corpo rappresentano invece i nascosti 7/8 dell’iceberg”.

Il sistema di membrane del cranio e del midollo spinale è esposto a continue variazioni di tensione, probabilmente per via della produzione e dell’assorbimento del LCS ( Liquido Cerebro Spinale), come pure di ulteriori eventuali fattori.

In seguito alle variazioni di tensione ritmiche del sistema membranoso e dei cambiamenti di pressione del liquido cerebrospinale, nel ritmo sacrale essi si muovono con tutte queste strutture che sono collegate.

Ossa craniche

Il movimento craniosacrale viene trasmesso direttamente dalla sincondrosi sfenobasilare (SSB) alle altre ossa craniche attraverso il liquido cerebrospinale e le membrane durali intracraniche.

Inoltre, la forma delle suture craniche e le membrane durali determinano il tipo di movimento delle ossa del cranio.

Osso sacro

Il movimento della base cranica viene trasmesso all’osso sacro dalla dura madre spinale, il proseguimento durale delle membrane intracraniche.

Anche il legamento longitudinale anteriore e posteriore sono eventualmente partecipi della trasmissione del movimento.

Fasce

Il ritmo craniosacrale è trasmesso alle fasce.

Queste strutture di tessuto connettivo proseguono in modo continuo dal cranio fino alle piante dei piedi e formano involucri, barriere divisorie per ogni organo, ogni vaso, ogni nervo, ogni muscolo del corpo.

Le fasce formano una struttura interdipendente, in cui si può andare da una parte all’altra del corpo, senza dover mai abbandonare la fascia.

Tutti i nervi che fuoriescono o entrano e la dura madre attraversano le aperture craniche, come pure gli spazi intervertebrali e sono coperti da questi per un breve tratto.

Questi involucri durali proseguono, nel sistema nervoso periferico, nelle guaine nervose fasciali, che avvolgono i nervi nel loro intero sviluppo.

Normalmente le fasce sono in un certo qual modo elastiche. Il ritmo craniosacrale può così essere trasmesso, attraverso i collegamenti fasciali e le catene muscolari, dalle aperture alla base del cranio e della colonna vertebrale alle fasce cervicali, toraciche dell’addome e del bacino e alla fine a tutto il corpo.

Fluidi

Il LCS viene a contatto col liquido extracellulare attraverso i collegamenti coi microtubuli nel tessuto connettivo e viene distribuito in tutto il corpo (vedi Liquor ).

Le proprietà idrodinamiche del LCS, come pure i processi di scambio fra il LCS e il liquido extracellulare, assieme alla continuità della membrana durale nelle fasce corporee, garantiscono la trasmissione del ritmo in tutto il corpo.

In questo modo tutte le cellule, i tessuti e i sistemi degli organi vengono mossi e drenati.

Questo delicatissimo movimento ritmico facilita notevolmente il continuo scambio di liquidi e sostanze fra le cellule.

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