Introduzione all’edizione italiana

 

di Maderu Pincione

“L’intenzione di questo libro è quella di definire il campo della Terapia Craniosacrale Biodinamica quale professione in sé, completa e distinta”.

Fino dagli anni settanta, quando la disciplina craniosacrale è diventata autonoma grazie alla diffusione della Cranio-Sacral Therapy di John Upledger, c’è stato un costante sviluppo creativo di altre modalità, che hanno arricchito i principi del così detto Sistema Craniosacrale. Il carattere soggettivo di questa forma di terapia ha generato diversi modelli interpretativi, vari maestri, ricercatori e scuole, che hanno allargato l’offerta formativa e contribuito alla diffusione del craniosacrale, e come spesso succede, creato quella molteplicità di definizioni e nomi che è tipica di un campo in crescita. Fra i diversi orientamenti possiamo, fondamentalmente, distinguere tra un approccio biomeccanico e un approccio biodinamico. La biodinamica nasce dalla concezione che l’espressione della vita e della salute, siano animate da forze epigenetiche embrionali, profonde e sottili che emergono dalla Quiete e che queste forze siano le generatrici di forma e funzione. Michael Shea, con quest’opera, ha contribuito in modo determinante a definire dei principi della biodinamica, mettendola in relazione con i paradigmi di numerose altre discipline e arti di guarigione, riuscendo così a offrirci un quadro documentato, complesso e variegato, che compie il suo intento iniziale. A partire dal testo di Michael Kern, pubblicato per la prima volta nel 2003, “Craniosacrale: la saggezza nel corpo” dall’Istituto Terapie Cranio Sacrali e riedito come “Craniosacrale: principi ed esperienze terapeutiche” da Tecniche Nuove nel 2006 (alla terza ristampa), lo sviluppo della ricerca e della documentazione nel campo della biodinamica in Italia fanno un altro grande passo in avanti; abbiamo un ulteriore, prezioso strumento di confronto che allarga gli orizzonti della pratica e, spero, contribuisca al dibattito in corso sull’orientamento e sulle basi delle discipline orientate alla salute. In questo campo il termine Terapia, così come inteso dall’autore, riguadagna il suo significato etimologico che deriva da Therapeia, l’antica parola greca che indica il prendersi cura, ovvero l’essere al servizio e che, nel suo significato originale non si riferisce alla malattia fisico-biologica, come avviene invece per il termine moderno di “terapia”; il verbo greco therapeuo indica infatti il servire così come l’assistere, l’essere presenti in ascolto. Therapeuo è: curo, sono servo, mi occupo, riguardo, rivolgo i pensieri, venero, assecondo, formo. Therapeutes è il servitore, l’assistente, l’accompagnatore, insomma Therapeia è accompagnare la condizione umana nella sua esistenza. Come una guida alpina su un percorso di montagna, accompagna chi non conosce il cammino, e con le sue qualità di conoscenza del territorio e di esperienza, può far scoprire e infondere fiducia a chi si inoltra per la prima volta in un ambiente sconosciuto. Il territorio somatico è ancora un’ambiente inesplorato, la ricerca continua…

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