Biodinamica

Tratto dal libro Terapia Craniosacrale Biodinamica di Michael Shea



Il Respiro della Vita avvia la guarigione dall’interno verso l’esterno come una forza biodinamica. Ci vuole presenza per sentire il Respiro Vitale nei fluidi. Ci vuole quiete, auto- riflessione e una percezione istintiva da parte dell’operatore. È un’abilità più che una tecnica. Alcune posizioni delle mani vengono mantenute per trenta minuti o più. Pensateci. Per mantenere il contatto con la testa o con qualunque altra parte del corpo del cliente per 30 o 45 minuti occorre che l’operatore sia in uno spazio diverso mentalmente, emotivamente, fisicamente e spiritualmente. Per far questo, l’operatore deve coltivare in se stesso la pace interiore e vivere nel ritmo lento della Respirazione Primaria.
Il mutamento di paradigma che l’aveva portato a lavorare con il Respiro della Vita non era completo quando Sutherland morì nel 1954. L’orientamento al Respiro della Vita nel campo della terapia craniosacrale è ancora poco conosciuto. Occorre più tempo per sviluppare le delicate abilità necessarie perché esso si riveli, compresa la necessità di imparare i confini del rapporto terapeutico e sviluppare un contatto genuino. La presenza interiore nasce dal mettere se stessi al posto degli altri con compassione, dalla capacità di considerare altre persone come se stessi. Sono questi il rispetto e la reverenza che Sutherland considerava necessari per toccare le persone.
Il Respiro della Vita in quanto Intelligenza sta facendo del suo meglio per trasformare sia l’operatore che il cliente. Non esiste per essere compreso, ma piuttosto per essere apprezzato. La coppia terapista e cliente viene reciprocamente sondata e percepita dalle forze naturali della terra e del cielo, da tutte le cose grandi e piccole. Quindi, l’operatore siede con se stesso, in contatto con il cliente, mantenendo un atteggiamento di amore e compassione. È in questo modo che la presenza guarisce.
Alla fine molti osteopati craniali, insegnanti e operatori di qualunque modello di terapia craniosacrale, si rendono conto della natura spirituale e della sacralità del lavoro con un cliente. Non si tratta di metodo, ma di disposizione mentale. Spesso Sutherland si riferiva a questo atteggiamento come ad un’abitudine a comprendere e utilizzare un fulcro spirituale nella pratica quotidiana. Per me la natura spirituale della terapia craniosacrale sta nello stabilire una giusta relazione con il dolore e la sofferenza, la mia e quella degli altri, e nell’offrire una preghiera al Respiro della Vita così che l’infallibile potenza della Respirazione Primaria si manifesti nel corpo e nella mente. La sessione di trattamento è la preghiera. Contattare la dimensione spirituale della terapia craniosacrale permette agli operatori di stabilire una connessione più profonda con se stessi creando spazio affinché il cliente possa fare lo stesso. Questo dà significato e scopo alla vita. “Come essere” è la domanda da fare a noi stessi mentre aspettiamo in silenzio di percepire questo Altro. Questa è una domanda da vivere piuttosto che una domanda a cui rispondere.

L’atto di attenzione al trascendente permette a quest’ultimo di rivelare le sue priorità in noi e intorno a noi. Questa attenzione è una forma di preghiera. La terapia craniosacrale biodinamica allora è l’arte di porre attenzione.
La profondità dell’esperienza numinosa del Respiro della Vita ci induce a ricercare il significato e lo scopo della vita. Questo è il sentiero mitico. Il reame mitologico è quel luogo di saggezza in tutti noi che riconosce l’Intelligenza primaria del Respiro della Vita. Questa Intelligenza permea tutti gli esseri senzienti e circonda anche noi. Riconoscendo la natura del Respiro della Vita che anima tutta la vita su una stessa base, l’operatore espande la propria consapevolezza del mondo in una dimensione fluida molto ampia. Condividiamo un dono e un viaggio con tutto il mondo vivente. È l’Arca di Noé. Noi percepiamo la vita e la vita percepisce noi. Siamo tutt’uno e insieme.
La percezione di questo Altro che Sutherland ha scoperto e insegnato fa parte della natura. Questi elementi profondi del Sistema Respiratorio Primario fanno parte delle leggi naturali. Le leggi naturali sono istintive e intrinsecamente intelligenti. Fanno parte della terra, dell’aria e dei fluidi che sono dentro e intorno a noi. Un altro osteopata ha detto che quando lavoriamo col corpo noi abbiamo a che fare con principi e leggi non scritte da mani umane. Il potere sta nella quiete della Respirazione Primaria, e l’operatore trova che c’è potenza nella quiete. Questo è il primo principio della pratica biodinamica.

Alla fine della carriera Sutherland era arrivato a pensare che una forza elementare naturale e altamente spirituale, che chiamava il Respiro della Vita, animasse il corpo e accendesse i fluidi del sistema nervoso con la scintilla della vita. Era convinto che portasse guarigione e integrazione al corpo. Percepiva tutte queste qualità, era convinto che funzionassero come un’unità e che interagissero l’una con l’altra con precisione e intelligenza. È un punto centrale, nella seconda ispirazione di Sutherland, l’esplorazione del Respiro della Vita e della sua potenza di guarigione nel corpo. Insieme, il Respiro della Vita e la Respirazione Primaria, rappresentano le risorse più profonde del corpo per l’autoguarigione e l’autocorrezione. Questo è il Sistema Respiratorio Primario e la magnifica eredità che Sutherland ci ha lasciato.

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