La storia di Cristian

di Francesca Romana Nascé

La vita di Cristian inizia in modo del tutto simile a quella di tanti bambini. Nasce con un parto cesareo effettuato dopo un lungo travaglio durante il quale è rimasto impegnato per alcune ore nel canale della cervice senza riuscire a venirne fuori in modo naturale. La conseguenza di ciò si riscontra tutt’ora, dopo tanti anni, in una forte compressione laterale delle ossa parietali che appaiono, al tocco, prevalentemente in estensione. Tutto il resto è nella normalità, a parte una piccola ernia inguinale sinistra che gli viene trattata chirurgicamente all’età di tre mesi. Il bambino continua la sua crescita sia fisica che psicologica, toccando naturalmente tutte le tappe dell’evoluzione, compresa l’articolazione dei primi suoni. A circa un anno e mezzo si ripropone una nuova ernia, questa volta a destra, e viene proposto un secondo intervento chirurgico. L’ospedale in cui viene ricoverato non ammette le presenza materna se non in alcune ore tassative.
Cristian reagisce molto male alla mancanza della mamma e si fa prendere da vere e proprie crisi di disperazione quando la vede andare via: piange, urla, si getta in terra, si rifiuta di mangiare. Tutta la situazione diventa traumatica. Affronta l’intervento in uno stato di agitazione e profonda paura, anche se pur sempre in condizioni fisiche normali. Dopo l’operazione Cristian rimane da solo per altri quattro giorni dato che il regolamento del reparto ospedaliero non permette l’ingresso dei genitori. Il bambino continua a piangere e a disperarsi sotto gli occhi della madre che lo può vedere solo al di là di una vetrata.
Poi una mattina all’improvviso sembra essere stranamente calmo, per lunghe ore addormentato, ma quella che da lontano ai genitori sembrava tranquillità è il grande cambiamento di Cristian che appare subito evidente quando viene riconsegnato alla madre. È in uno stato catatonico, non ha alcuna reazione agli stimoli, le gambe sono rigide e contratte, le braccia lasse e senza tonicità, non emette alcun suono. Da quegli attimi ad oggi in cui ha 28 anni la situazione di certo è cambiata ma Cristian è pur sempre rimasto in uno stato di autismo. Su cosa sia effettivamente avvenuto i genitori e imedici sono riusciti a sapere ben poco. Le ipotesi sono state varie: da un risveglio traumatico nel pieno dell’operazione, ad una mancata erogazione dell’ossigeno anche per pochi secondi che potrebbe aver compromesso parte della funzionalità cerebrale, a un errore nell’anestesia.
Di fatto il ragazzo, che è stato portato da me per cercare di alleviare le sue forti emicranie, refrattarie ormai ad ogni medicinale, ha difficoltà nella deambulazione, non riesce a parlare se non digitando, aiutato, i tasti di una macchinetta; ha collo, spalle, schiena e muscolatura delle gambe molto rigidi; in più, una visione della realtà come attraverso uno specchio rotto, non completa, e un ascolto velocizzato di tutti i suoni e le voci che lo circondano. Ha intelligenza e capacità matematiche ed è completamente in contatto con se stesso, con quello che succede dentro il suo corpo, Noto una vibrazione interna velocissima, quasi una scarica elettrica per tutto il corpo che si calma solo dopo aver lavorato in marea lunga.
La catena posteriore è rigida e così pure il collo. Il sacro è poco mobile, fermi occipite e frontale, temporali quasi lassi. Lavorando sul cranio e inducendo un rilascio fasciale in varie parti del corpo il dolore alla testa si attenua durante la seduta e dopo qualche altro trattamento le emicranie si diradano.

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Cristian è molto attento ad ogni piccola variazione al suo interno ed ha un ottima percezione del funzionamento del suo sistema. Mi interrompe mentre sono in ascolto sul cranio per comunicarmi una percezione che lui ha da molto tempo e mi dice di sentire il suo asse xy spostato: è il linguaggio matematico con cui mi vuole indicare che il suo sistema non è in asse come dovrebbe. È veramente straordinario che me lo comunichi proprio quando il mio ascolto è focalizzato sulle sue membrane e sulla percezione del fulcro di Sutherland che effettivamente mi appare spostato a sinistra. Inoltre l’incrocio formato dall’incontro tra la falce e il tentorio si può assimilare proprio ad un doppio asse cartesiano dove il punto zero è individuabile nel fulcro di Sutherland. Quando gli mostro di aver individuato nel sistema delle membrane il suo simbolismo mi risponde con un grande sorriso.
È un momento molto significativo del nostro rapporto e dopo questo ne seguiranno altri simili. Le sue frasi “Mi sento nascere una seconda volta” e ancora “sento di poter guarire e parlare” mi commuovono e mettono a dura prova la mia neutralità. Voglio credere anch’io a queste possibilità perché so bene quanto il mio pensiero e la mia intenzione siano importanti e nello stesso tempo non voglio creare aspettative. Il mondo di Cristian non è come quello in cui noi siamo abituati a muoverci, la percezione di tempo e spazio è molto diversa e per viverci ha sviluppato una sensibilità estrema. I suoi occhi non riescono a percepire la nostra realtà ma la visione interiore, ben più ampia della nostra, riporta tutto a schemi matematici, ai numeri, a forme geometriche per ricevere sicurezza.
Continuando con i trattamenti appare sempre più disteso, più sorridente e cerca di emettere più volte suoni. I dolori alla testa si sono notevolmente diradati e anche l’intensità è diminuita; riesce sempre di più a rilassare la testa sul lettino e il suo collo inizia ad ammorbidirsi. Oggi alla fine della seduta ha preso la mia mano l’ha portata delicatamente sul suo viso guardandomi per la prima volta direttamente negli occhi e ha sorriso.
Mentre sto finendo di scrivere mi telefona la mamma di Cristian. Mi dice che il figlio da questa mattina ha iniziato ad avere una visione intera non più frammentaria della realtà anche se in bianco e nero, e in più riesce a fare dei nuovi movimenti con le dita. È persino riuscito ad accartocciare un foglio di carta e a gettarlo via e si infila le scarpe da solo.
Nei giorni successivi ha continuato a sperimentare le forme degli oggetti: maneggia agilmente un fiammifero, fa tintinnare le chiavi, si osserva davanti allo specchio mentre apre e chiude la bocca e gonfia le guance. Emette sempre più spesso suoni con grande piacere giocando con la voce. Tocca tutto ed è curioso di tutto. Attraverso la comunicazione facilitata esprime le sue idee riguardo il lavoro che stiamo facendo insieme. Ecco alcune delle sue frasi.
-“Assai serve Dustin Hoffman esempio. Lui si muoveva come artistico anche senza esserlo. Io mi muovevo come normale anche senza esserlo.”

“Mi sembra rivivere mia nascita. Nasco di nuovo”

“Uomo pauroso sentito baratro dentro. Cuore dice si. Poco pauroso. Ho avuto paura scusatemi. Sto zitto perché fare troppo suono non giova. Visualizzo frasi e suono mio cuore”

“Si Francesca fa passare poteri. Buono è ascoltare Francesca. Francesca suono decibel immani. Fare si con voce bella.”

“Perché sputi tanto?” ( Cristian ultimamente ha ripreso a sputare in terra come faceva da piccolo)

“Sputo perché Francesca vuole privarmi di autismo”

“Pensi che ciò sia pericoloso?”

“Si è pericoloso perché mezzo Cristian muore” (abbiamo parlato del suo essere autistico e normale nello stesso tempo. Cristian ha come paura di scoprire un nuovo modo di stare al mondo e di perdere con ciò alcune delle sue capacità psichiche interiori)

“Zio sa? Dirgli parola sbloccata bisogna. Fino a settembre ho tempo. Francesca deve lavorare sodo”
Gli incontri con Cristian stanno continuando. Ha riacquistato la percezione dei colori ed anche l’udito inizia a migliorare. Penso che sia per entrambi una grande avventura appena iniziata.

Francesca Romana Nascé